Modulo 31: Conoscere il passato per saper leggere il presente

Venerdì, 26 aprile 2024

08:45 – 09:00

Analisi critica dei media

Roberto Antonini (Dir. Corsi di
Giornalismo)

09:00 – 10:15

La nostra Storia ad uso dei giornalisti

Marco Marcacci (Storico ricercatore)

Sinossi della lezione

La nostra Storia ad uso dei giornalisti. I caratteri originali della Svizzera italiana. Le regioni che formano la Svizzera italiana – Ticino e Grigioni italiano – presentano alcune caratteristiche comuni benché abbiano avuto un’evoluzione storica spesso diversa, soprattutto dal punto di vista politico e istituzionale. La Svizzera italiana “storica” si è delineata a partire dal XVI secolo, con il passaggio delle terre ticinesi sotto la sovranità dei Cantoni confederati e con l’adesione delle valli italofone retiche (Moesano, Poschiavo e Bregaglia) allo Stato retico, alleato dei Cantoni confederati. Regione di frontiera a geometria variabile, la Svizzera italiana presenta alcuni tratti storici originali, utili per chi si occupa d’informazione al fine di capire il Paese sul quale deve riferire in ambito giornalistico.

Marco Marcacci

Marco Marcacci, nato e cresciuto in Mesolcina dove risiede. Laureato in storia. all’Università di Ginevra, presso la quale è stato ricercatore e docente. È pure stato redattore di lingua italiana del Dizionario storico della Svizzera. Attivo da anni come storico e redattore indipendente, è autore di numerose ricerche e pubblicazioni sull’Otto e il Novecento, soprattutto su temi politici e culturali relativi al Ticino, ai Grigioni e alla Svizzera. Si è occupato inoltre di storia della scuola, delle vie di comunicazione e dello sport. Ha recentemente curato con Rosita Fibbi e Nelly Valsangiacomo il volume Italianità plurale. Analisi e prospettive elvetiche (2023). È membro della Fondazione Pellegrini Canevascini per la storia sociale nella Svizzera italiana e della redazione della rivista Archivio Storico Ticinese.

10:30 – 12:15

Modi di raccontare: il giornalismo narrativo

Aldo Sofia (Giornalista ex RSI, ex Dir. Corsi di Giornalismo)

Sinossi della lezione

“Giornalismo narrativo” Esiste il giornalismo, con le sue necessità formative, le sue regole espositive, i suoi strumenti pratici, di cui ci siamo occupati nel nostro primo incontro di questa sessione del Corso. Ma, all’interno di questo universo, esistono al contempo, per usare il titolo di un saggio Esiste il giornalismo, con le sue necessità formative, le sue regole espositive, i suoi strumenti pratici, di cui ci siamo occupati nel nostro primo incontro di questa sessione del Corso. Ma, all’interno di questo universo, esistono al contempo, per usare il titolo di un saggio dell’ex dirigente del Corso stesso, Angelo Agostini, quelli che possiamo definire i “Giornalismi” (Il Mulino editore). Intesi come modalità diverse, non solo imposte dal media utilizzato (diverso, per fare un esempio, è scrivere per un prodotto cartaceo e un reportage televisivi, per interessare e coinvolgere la propria platea. Fra queste esperienze, vi è quella che viene definita  “Giornalismo narrativo”, di cui discuteremo in questo secondo nostro appuntamento. Approccio attraverso il quale, nel ferreo rispetto dei fatti, il cronista, dopo adeguata ricerca, si cala anche personalmente nella vicenda, si trasforma in testimone che riferisce in una sorta di presa diretta, stabilisce un rapporto più coinvolgente con il pubblico. Esercizio in cui procedere con giudizio, estremo equilibrio, scevro da inutili esibizionismi. 

Aldo Sofia

Aldo Sofia ha debuttato nella stampa scritta (Giornale del Popolo). Alla Radio della Svizzera Italiana, da collaboratore esterno a responsabile della Redazione estera. Passato alla Televisione della Svizzera italiana ha condotto, inventato e prodotto diversi settimanali di approfondimento (“Centro”, “Fax”, “TTT”, “Falò”). Ha realizzato diversi documentari, in particolare su vicende legate alla seconda guerra mondiale. Due volte direttore del Telegiornale, inviato in zone di guerra (Medio Oriente e Balcani). Corrispondente da Parigi, Bruxelles, Roma. Ha continuato a collaborare con la stampa scritta. 

Pausa pranzo

13:45 – 15:45

Senza la storia non si capisce il conflitto ucraino

Giulia Lami (Prof. Uni Milano)

Sinossi della lezione

L’Ucraina è il fulcro di una situazione bellica senza precedenti, che vede coinvolte la Russia, l’Unione Europea e la NATO e quindi, inevitabilmente, anche gli Stati Uniti. Ma il conflitto odierno è solo l’ultimo di una lunga storia di battaglie e di contese per i territori dell’Ucraina, la cui indipendenza come stato sovrano nel 1991 è stata l’esito di un lungo e travagliato percorso storico. Le terre che compongono oggi l’Ucraina sono state nei secoli divise fra potenti Stati quali la Confederazione polacco-lituana, la Russia zarista, l’Impero asburgico ed i loro Stati successori. Senza una prospettiva di lungo periodo non si comprende perché, di tutti i Paesi del continente, sia l’Ucraina, nella sua identità e sovranità, ad essere messa in discussione. La lezione si propone quindi di ricostruire, anche con l’ausilio di una presentazione in Power Point, i punti salienti della storia dell’Ucraina, dalle vicende degli Slavi orientali nei secoli IX-XIII ai giorni nostri.

Giulia Lami

Giulia Lami, ordinario di Storia dell’Europa orientale, insegna all’Università degli Studi di Milano. È membro di varie associazioni scientifiche italiane e internazionali. Dirige il Centro per gli Studi di Politica Estera e Opinione Pubblica del Dipartimento di Studi Storici dell’Università degli Studi di Milano. Le sue pubblicazioni riguardano la storia e la storiografia dell’Europa centro-orientale in epoca moderno-contemporanea. Ricordiamo le monografie: La questione ucraina fra ’800 e ’900, CUEM, Milano, 2005; Ucraina 1921-1956 , CUEM, Milano, 2008; L’Europe centrale et orientale au XIXe siècle d’après les voyages du romancier et journaliste suisse Victor Tissot , Champion, Paris, 2013, il manuale Storia dell’Europa orientale,Mondadori-Le Monnier Università, Milano-Firenze,2019 e il recente l’Ucraina in 100 date. Dalla Rus’ di Kyïv ai nostri giorni, Della Porta, Pisa, 2022. Si segnala anche l’articolo a carattere didattico (corredato da mappe storiche e bibliografia) scaricabile all’indirizzo: https://www.novecento.org/la-guerra-in-ucraina-la-storia-il-presente/lucraina-fra-russia-ed-europa-una-sovranita-ipotetica-o-ipotecata-7851.

16:00 – 17:30

Cosa è importante conoscere della nostra storia

Maurizio Binaghi (Docente di storia (Liceo), Pres. ATIS)

Sinossi della lezione

Cosa è importante conoscere della nostra storia. Negli ultimi tempi la storiografia ha aperto innovative piste di ricerca in relazione alla nascita e allo sviluppo delle Confederazione. Diversi studi hanno definitivamente confutato i cosiddetti «miti di fondazione». La nuova storiografia si è sentita infatti libera dai doveri educativi nazionali che l’hanno a lungo condizionata. In quest’ottica ritiene possibile affrontare gli eventi storici senza connotazioni patriottiche invadenti, introducendoli in un contesto europeo e transnazionale. Le nuove interpretazioni entrano però in aperto contrasto con la persistenza di una tradizione ancora molto forte nell’opinione pubblica. La “nostra” storia diventa così un campo di battaglia, in cui il mondo politico, che ne fa un uso pubblico nazionalista, pretende di guidare e indirizzare le scelte della ricerca storica.

Maurizio Binaghi

Maurizio Binaghi ha studiato Storia moderna e contemporanea all’Università di Friburgo (Svizzera). Dopo la laurea ha svolto l’attività di assistente presso la cattedra di storia contemporanea della stessa università. Attualmente insegna Storia e Civica al Liceo Cantonale di Lugano 1 (www.liceolugano.ch). È esperto per l’insegnamento della storia nelle Scuole dell’obbligo del Canton Ticino. Ha svolto il ruolo di docente di Didattica della storia al Dipartimento Formazione e Apprendimento della SUPSI (http://www.supsi.ch/dfa). E’ presidente dell’Associazione ticinese degli insegnanti di storia (www.atistoria.ch) e membro attivo della Società svizzera di storia (http://www.sgg-ssh.ch). È redattore esterno del Dizionario Storico della Svizzera e del Dizionario biografico degli anarchici italiani. I suoi studi si concentrano sulla storia dell’Età contemporanea, sulla storia svizzera e sul tema del diritto d’asilo tra Otto e Novecento.