Modulo 8: Media e potere

Sabato 14 ottobre 2023

08:45 – 09:00

Analisi critica dei media.

Roberto Antonini (Dir. Corsi di
Giornalismo)

09:00 – 12:15

Capire il sistema politico svizzero, evoluzione e ruolo dei media.

Andrea Pilotti (Prof. Uni Losanna)

Sinossi della lezione

Il corso intende presentare le principali caratteristiche del sistema politico svizzero. Si tratterà anzitutto di fornire ai e alle partecipanti una breve contestualizzazione storica, soffermandoci sugli eventi che hanno contribuito alla nascita dello Stato federale nel 1848 e che ne hanno influenzato profondamente le scelte in merito alla sua architettura politico-istituzionale. Ed è proprio su quest’ultima che, in un secondo tempo, il corso intende soffermarsi presentandone le istituzioni fondamentali (federalismo, neutralità, democrazia semi-diretta), i principali attori istituzionali (Consiglio federale, Assemblea federale) e le caratteristiche del processo decisionale. L’intenzione è quella di sottolineare in che misura queste diverse caratteristiche della Svizzera moderna, che festeggia quest’anno i 175 anni di esistenza, si contraddistinguano per elementi di continuità e di mutamento nel corso del tempo. Infine, la terza parte del corso fornirà qualche spunto sul tema stampa e politica a partire soprattutto dal caso ticinese, le cui tendenze tuttavia sono in larga parte comuni all’insieme della Svizzera. Più precisamente, si tratterà di soffermarsi su tre aspetti: il ruolo della stampa di partito come strumento di mobilitazione dell’elettorato d’appartenenza; la crisi della suddetta stampa riconducibile anche a quella dei rispettivi partiti e delle loro modalità di comunicazione; il ruolo dei media nella formazione dell’opinione in occasione di elezioni e votazioni.
L’interesse di un approccio storico e politologico privilegiato dal presente corso è quello di fornire ai e alle partecipanti degli utili strumenti per meglio interpretare l’attuale realtà politica svizzera.

Andrea Pilotti

Andrea Pilotti (Locarno, 1981), dopo la maturità letteraria al Liceo di Bellinzona, si è laureato in scienze politiche all’Università di Losanna nel 2005 con una tesi sulla diffusione del discorso neoliberale nel Ticino degli anni Novanta. In seguito, è stato stagista e poi collaboratore scientifico all’Osservatorio della vita politica, allora unità di ricerca dell’Ufficio di statistica del Canton Ticino (2006). Nell’autunno 2006, ha fatto ritorno all’Università di Losanna dapprima come assistente di ricerca e d’insegnamento all’Istituto di studi politici e poi, dall’autunno 2007, come dottorando in un progetto di ricerca sulle élite svizzere finanziato dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica (FNS). Nel 2011 è stato ricercatore invitato al Centre for the Study of Political Change (CIRCaP) dell’Università di Siena. Nel 2012 ha conseguito un dottorato in scienze politiche con una tesi sulle riforme del Parlamento e le logiche del reclutamento parlamentare dell’Assemblea federale. Dal 2013, è docente e ricercatore all’Istituto di studi politici dell’Università di Losanna. Svolge attività di ricerca all’Osservatorio della vita politica regionale (Ovpr) e all’Osservatorio delle élite svizzere (Obelis) dell’ateneo vodese. È autore di diversi studi sul Parlamento federale e la vita politica ticinese. Per maggiori informazioni: Unisciences https://applicationspub.unil.ch/interpub/noauth/php/Un/UnPers.php?PerNum=49450&LanCode=37&menu=coord

Pausa pranzo

13:45 – 17:00

Capire il presente attraverso la storia del dopoguerra.

Roberto Antonini (Dir. Corsi di
Giornalismo)

Sinossi della lezione

La caduta del muro di Berlino nel 1989 ha segnato la fine di un epoca bipolare  e di quello che lo storico Eric Hobsbawm aveva chiamato il ” secolo breve”, nato con la Rivoluzione d’ottobre e spentosi con la fine dell’Unione Sovietica. Si chiudeva così anche quella che era stata battezzata la « guerra fredda » , in sostanza l’equilibro tra le due superpotenze militari che si erano spartite le aree di influenza durante la Conferenza di Yalta nel febbraio del 1945. Il vento di libertà e l’ondata di ottimismo che ne seguirono sembravano poter aprire una nuova era di pace e democrazia nel mondo: dall’Europa che si era liberata finalmente della « cortina di ferro » al Medio Oriente, terreno di battaglia tra alleati dei due campi, all’Africa o all’America Latina, che Washington ha sempre visto come il suo giardino di casa. Dopo qualche anno tuttavia ci si è resi conto che il mondo aveva imboccato un’altra direzione. La democrazia liberale faticava a farsi strada, autocrazie e dittature trovano erano ancora ben salde, la fine delle grandi ideologie aveva lasciato il posto a rivendicazioni religiose o etniche. E lo sviluppo economico favorito dalla globalizzazione dei mercati aveva rafforzato le disuguaglianze sociali all’interno degli Stati, contribuendo al tempo stesso al peggioramento della crisi climatica. L’emergenza di nuove potenze, a cominciare dalla Cina, segna anche il tramonto progressivo degli anni dello strapotere americano, ponendo urgenti questioni sui modelli sociali, le alleanze, la tenuta delle democrazie. Le conoscenze storiche di base sono imprescindibili nella nostra professione: l’obiettivo di questo corso è quello di analizzare i diversi elementi della complessità nella quale ci muoviamo, le diverse dinamiche nel campo dell’economia, sicurezza, ambiente, sanità. 

Roberto Antonini

Roberto Antonini, attuale direttore del Corso di giornalismo della Svizzera italiana, è laureato in Antropologia (Université Paris V) e Storia (Université Tolbiac-Sorbonne) e diplomato in storia americana (Montgomery College, Maryland).  E’ stato redattore e responsabile redazione esteri Rsi (radio) prima di andare a Washington quale corrispondente della Rts e della Rsi (1995-2001). Dal 2002 è stato per 6 anni Capo Informazione Rsi e dal 2008 Responsabile approfondimento culturale di Rete Due (Rsi). Ha realizzato reportage, documentari (prevalentemente radio ma anche  Tv, vincendo alcuni premi giornalistici) in particolare negli Usa e in Medio Oriente (Afghanistan, Iraq, Siria, Libano, Israele )  interviste con numerose personalità della politica e della cultura (da Willy Brandt, a Nelson Mandela, Bill Clinton, Tony Morrison, Benazir Bhutto,  Zygmunt Bauman, Noam Chomsky ecc..). Ha collaborato con diverse testate (tra cui Micromega e Limes) e collabora regolarmente con il quotidiano La Regione.